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Cenni storici sulla città di Rivoli

Le origini

Il toponimo Rivoli deriva dal termine latino "ripulae" (piccola riva) in quanto l'insediamento del centro abitato era collocato non lontano dalle rive della Dora Riparia.
L'urbanizzazione vera e propria ebbe inizio nel I secolo a.C. con i Romani, che intuirono subito l'importanza strategica della zona per l'accesso ai valichi alpini da un lato e alla pianura padana dall'altro.
L'area di Rivoli però risulta già abitata nel Neolitico come testimoniano i numerosi ritrovamenti archeologici sul territorio ed in seguito fu occupata dalla tribù celto-ligure dei Taurini.

Il Medioevo e il Conte Verde [scopri i monumenti di questo periodo]

Tra il XIV e il XVI secolo lo spazio urbano risulta cinto da mura e conta sei porte e numerose torri, mentre la campagna circostante conosce lo sviluppo delle attività agricole grazie alla realizzazione della Bealera di Rivoli, importante canale per l'irrigazione tracciato nel 1310.
In epoca antica per Rivoli passava la cosiddetta Strada delle Gallie che da Torino conduceva alla Francia e che nei secoli successivi costituì uno dei tracciati  principali della Via Francigena, percorsa da mercanti, pellegrini ed eserciti durante tutto il Medioevo.
In questo periodo si susseguono frequenti lotte di potere per il controllo della città, finché nel 1159 l'imperatore Federico Barbarossa ne concede il possesso al vescovo di Torino.
Le famiglie locali favoriscono però l'ascesa della casata dei Savoia che nel 1247 vengono riconosciuti signori del Castello dall'imperatore Federico II.
Per la città inizia così un periodo di prosperità economica, legata alla presenza della corte e alla concessione di Statuti che agevolano i commerci.
Personaggio chiave di questo periodo è Amedeo VI di Savoia (1334-1383), detto il Conte Verde per il colore degli abiti utilizzati durante i tornei e le battaglie.
Sotto di lui Rivoli conosce un periodo di prosperità economica e riqualificazione urbana: è qui che nel 1360 il Conte riceve la dedizione della nobiltà piemontese ed è qui che convoca il Consilium Principis, il più importante organo consultivo e giurisdizionale degli Stati sabaudi.
Tra le concessioni fatte da Amedeo VI al Comune va ricordata la facoltà di tenere due fiere ogni anno.
Nel 1438 Ludovico di Savoia stabilirà poi la fiera principale al 25 novembre, giorno di S. Caterina d'Alessandria, fissando così una tradizione che si mantiene tuttora.

Tra Quattrocento e Seicento [scopri i monumenti di questo periodo]

A partire dal '400, con il graduale trasferimento della corte a Torino, Rivoli inizia gradualmente a perdere d'importanza, nonostante il Castello rimanga per lungo tempo tra le dimore predilette dei duchi di Savoia, a iniziare da Emanuele Filiberto.
Qui nasce nel 1562 l'erede al trono Carlo Emanuele I, a cui si deve la trasformazione dell'antica fortezza medievale in una sontuosa residenza nobiliare, per mano dell'architetto Carlo di Castellamonte nel 1610 circa.
Il '500 e il '600 rappresentano i secoli bui della città, a causa del susseguirsi di pestilenze e guerre che vedono coinvolti a più riprese i Savoia contro la Francia e che culmineranno con la devastazione del Castello.

Il periodo Barocco e Vittorio Amedeo II [scopri i monumenti di questo periodo]

Una nuova fase si apre sotto Vittorio Amedeo II (1666-1732), primo tra i Savoia a potersi fregiare nel 1713 del titolo regio in seguito alla guerra di successione spagnola e alla vittoria contro i Francesi nella battaglia dell'assedio di Torino. Detto la Volpe Savoiarda Vittorio Amedeo II seppe destreggiarsi con abilità nelle complesse vicende politiche dell'epoca. Fautore dello Stato assoluto, rivendicò sempre l'indipendenza del piccolo regno sabaudo dalle vicine nazioni e attuò una serie di importanti riforme. Iniziava quel lento processo di modernizzazione che avrebbe portato, un secolo e mezzo dopo, all'unità d'Italia.
A dimostrazione della sua predilezione per la città di Rivoli, intorno al 1715 affida all'architetto Filippo Juvarra la ricostruzione del Castello di Rivoli che dal 1711 era collegato a Torino grazie al nuovo tracciato dello Stradone Reale di Francia.
Nel 1730 Vittorio Amedeo II abdica in favore del figlio Carlo Emanuele III, ma dopo aver tentato di riprendere il potere, viene imprigionato dal figlio a Rivoli, nel Castello che lui stesso aveva contribuito a ricostruire.
Durante tutto il Settecento sono numerose le famiglie della nobiltà torinese che scelgono Rivoli come località di villeggiatura, dando così avvio alla costruzione di eleganti ville suburbane che arricchiscono ancora oggi il tessuto urbano della città.

Dall'Ottocento ai giorni nostri [scopri i monumenti di questo periodo]

Nell'800 e nel '900, l'antico equilibrio tra campagna e città si modifica radicalmente e l'abitato si amplia lungo nuove direttrici: da centro agricolo-commerciale, Rivoli si trasforma in un centro a vocazione industriale e manifatturiera.  Negli anni '50 e '60 del secolo scorso, la popolazione rivolese subisce un incremento notevole, fortemente influenzato dalla grande ondata di immigrazione, fino ad arrivare ai 50.000 abitanti attuali.
Dagli anni '80 si avvia il recupero del centro storico, con la pedonalizzazione di via Piol e la riqualificazione dell'arredo urbano. Parallelamente, inizia il restauro del Castello a cura dell'arch. Andrea Bruno, riaperto nel 1984 come sede del Museo d'Arte Contemporanea, e della Casa del Conte Verde; ha così avvio una nuova stagione all'insegna della cultura e del turismo, in una Rivoli tutta da vivere e scoprire!


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